Le api si stanno svegliando, ma non va bene
Le api si stanno svegliando. Il caldo anomalo di quest’inverno, anche se per noi è considerato piacevole, sta facendo male alle api. E così 50 miliardi di insetti impollinatori si stanno svegliando anticipatamente.
A lanciare l’allarme è la Coldiretti: “i cambiamenti climatici hanno ripercussioni sul ciclo delle culture. Le alte temperature favoriscono anche i parassiti. E creano condizioni di siccità. 50 miliardi di api si stanno svegliando ingannate da una finta primavera, ma il ritorno del freddo è dietro l’angolo, con il rischio di morte per i piccoli insetti”.
Temperature sopra la norma: le conseguenze per le api
Siamo in anticipo di più di un mese, eppure le api si stanno già svegliando, ingannate da una falsa primavera. La causa di tutto è l’aumento delle temperature, decisamente sopra la norma. Coldiretti ha effettuato un monitoraggio riguardo all’inverno “caldo” che stiamo passando: la media delle temperature registrate in Italia supera di 1,65 gradi quelle normali di stagione.
“Le temperature sopra i 15 gradi hanno fatto uscire le api dal milione e mezzo di alveari presenti in Italia, che hanno subito ricominciato il loro prezioso lavoro di bottinatura ed impollinazione ma ora — sottolinea l’associazione in un comunicato — il rischio è che il ritorno del freddo possa far gelare i fiori e anche far morire parte delle api dopo una delle peggiori annate per la produzione di miele in Italia”.
La finta primavera uccide le api
Primizie anticipate e api che si stanno svegliando. È il caso di dire che il clima anomalo ha mandato in tilt la natura, con piante già fiorite e allarme siccità. In Liguria sono fiorite le mimose, i mandorli sono fioriti in Sicilia e in Sardegna, in Abruzzo le susine, in Emilia le pesche e in Puglia si intravedono già le gemme negli uliveti.
“Sui banchi – precisa la Coldiretti – sono arrivate con oltre un mese di anticipo le primizie. Nel Lazio gli agricoltori offrono agretti, carciofi romaneschi, erbe spontanee come il papavero e le fave che sono già presenti anche in Puglia insieme alle fragole arrivate prima di alcune settimane e già pronte al consumo“.
Così miliardi di api sono uscite dai loro alveari quasi 2 mesi prima del previsto. Ma rischio di un abbassamento delle temperature è dietro l’angolo, con conseguenze devastanti per la specie in Italia.
Le api, quei piccoli insetti fondamentali per l’intero ecosistema, hanno sofferto per il caldo registrato nel mese di febbraio. I gradi toccati nelle zone fredde, esempio lampante sono gli oltre 20 gradi raggiunti in Antartide, non sono una situazione sostenibile per diverse specie animali e vegetali.
Il lavoro delle api è quindi iniziato, con i processi di impollinazione e bottinatura (volano per raccogliere nettare e polline), ma il rischio adesso è il ritorno del freddo. L’eventuale congelamento dei fiori potrebbe farle morire con conseguenti problemi per la produzione del miele.